Non è facile sintetizzare la grandezza di un uomo in poche righe.
A te, o Giuseppe, offro questa umile poesia, atto di riverenza e rispetto.
Nella speranza di vedermi perdonato per il pesante disturbo che ogni giorno procuro, ti auguro una lieta lettura.
Per le donne è ormai un culto,
a ogni suo sguardo un loro sussulto.
Già da piccino mostrava talento,
tra i pali era un vero portento.
Poi crescendo intraprese gli studi
degli antichi latini, bigotti e rudi.
Ore a scuola di una lentezza crudele
segnarono il suo spirito, prima dolce come miele.
Ora è qui, una mano allinea i capelli,
non più folti, eppure belli.
Si aggira di notte diabolico,
non c’è dubbio: è Giuseppe Canonico.
Con affetto, Vincenzo
giri in 600.. vieni in cittàa trovar la tua bella…come un pascià..dal finestrino il vento muove i capellialcuni li porta via… se non li gelli…Folta la barba..meno la testae sul suo crine nessun pelo restajeans maglioncino e annessa sciarpettafu lacerante chiamarlo er basetta..mostra pazienza… quannu dicia"tu si u ragazzo chiu ciut\’ i lauria"or ti capisco mio caro imbellonee ti saluto o grande………………………………………………amicone
Io di rimar non sono capace / perciò la mia nordica lingua tace. / Solo due righe per un commento: / anch\’io possiedo una 600.
vik tu e marco……bravissimi!!